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Palazzo Andrioli

L’ex Istituto “Andrioli” di Lequile è ospitato in un edificio storico risalente alla fine del XVI secolo. La costruzione originaria avvenne infatti intorno al 1586?, in piena età moderna, quando fu realizzato come palazzo nobiliare.


Descrizione

Epoca di costruzione dell’edificio


L’ex Istituto “Andrioli” di Lequile è ospitato in un edificio storico risalente alla fine del XVI secolo. La costruzione originaria avvenne infatti intorno al 1586?, in piena età moderna, quando fu realizzato come palazzo nobiliare. L’edificio venne eretto nel centro di Lequile (in Piazza San Vito), presumibilmente per volontà della famiglia Andrioli, importante nel contesto locale dell’epoca. Una cappella annessa, dedicata a Santa Maria di Loreto, fu aggiunta pochi anni dopo: un’iscrizione sopra il portale ne attesta l’erezione nel 1597 . Questa cappella coeva indica come l’intero complesso architettonico sia radicato nel tardo Cinquecento.


 


Stile architettonico e materiali utilizzati


Dal punto di vista stilistico, il palazzo Andrioli presenta caratteri tardo-rinascimentali tipici del Salento di fine ‘500, con elementi decorativi sobri ed eleganti propri delle maestranze locali. Il portale principale è architravato e affiancato da due colonne con capitelli corinzi, sormontato al centro da uno stemma nobiliare raffigurante un leone rampante. Questa iconografia araldica indica il blasone della famiglia committente e costituisce un motivo ornamentale di rilievo sulla facciata in pietra. Il prospetto esterno è realizzato nella tipica pietra leccese, la tenera calcarenite locale utilizzata per gli edifici storici, e presenta aperture regolari (finestre rettangolari) che riflettono una composizione simmetrica rinascimentale. All’interno, la cappella annessa è a navata unica e custodisce opere d’arte sacra (tele come il Transito di San Giuseppe e statue in pietra di santi) risalenti anch’esse ai secoli XVII-XVIII. Nel complesso, l’architettura unisce la sobrietà rinascimentale alle prime influenze del barocco salentino, con decorazioni scultoree discrete ma accurate, realizzate con i materiali lapidei tradizionali della zona.


Origine del nome e figura storica associata


Il nome “Istituto Andrioli” trae origine dalla famiglia e in particolare dalla figura del benefattore Angiolino (o Angelino) Andrioli, che fu il fondatore ideale dell’istituzione. Angiolino Andrioli, appartenente alla nobiltà locale di Lequile, finanziò la costruzione del palazzo e della cappella alla fine del XVI secolo. Una lapide posta sull’architrave del portale della cappella di Santa Maria di Loreto riporta la data 1597 e attribuisce esplicitamente ad Angiolino Andrioli la realizzazione di tale edificio sacro?. Egli dispose inoltre, nel suo testamento del 1º giugno 1625, che i suoi beni fossero destinati alla fondazione di un istituto religioso a Lequile. In virtù di questo “legato Andrioli”, la sua eredità doveva sostenere un’opera pia nel paese. Il palazzo divenne così noto con il cognome del benefattore, perpetuandone la memoria. La figura di Angiolino Andrioli è ricordata come un illustre cittadino lequilese, benefattore sia della cappella (chiamata popolarmente “delle Cappuccinelle”) sia dell’istituzione assistenziale che da lui prese il nome. Il leone nello stemma sul portale è anch’esso riferibile allo stemma di famiglia, a ulteriore conferma dell’identità del fondatore impressa nell’architettura.


Funzioni originarie dell’edificio


In origine, l’edificio nacque come palazzo signorile privato. Le caratteristiche architettoniche (ampiezza di circa 2600 m² su due piani, cortili interni, portale monumentale) indicano la funzione residenziale e di rappresentanza che il complesso ebbe per la famiglia Andrioli nel Seicento. Tuttavia, già nel progetto del suo fondatore vi era l’idea di destinarlo a un uso religioso e assistenziale: il palazzo infatti includeva la cappella di Loreto per funzioni devozionali, e il testamento di Angiolino Andrioli prevedeva la creazione di un istituto di carità. Probabilmente nei decenni successivi l’edificio fu utilizzato in parte come sede di attività pie legate alla chiesa locale (si parla di un collegamento con le monache Cappuccinelle, ossia le Clarisse Cappuccine, a cui era intitolata la cappella). Per lungo tempo però la struttura rimase proprietà della famiglia o dei suoi eredi, finché nel XIX secolo il lascito Andrioli divenne oggetto di rivendicazione da parte del Comune di Lequile, intenzionato a destinarlo a finalità pubbliche di beneficenza.


All’alba del XX secolo, l’edificio assunse formalmente la funzione di Opera Pia: venne istituito un orfanotrofio, in particolare un orfanotrofio femminile, intitolato ad Andrioli, che accoglieva e istruiva le bambine rimaste senza famiglia. La presenza di una comunità di suore nell’edificio è attestata già dal primo Novecento (nel 1910 vi operava un cappellano addetto alle Suore d’Ivrea presso l’Istituto Andrioli) e indica come la gestione quotidiana fosse affidata a religiose dedite all’educazione e all’assistenza. In sostanza, la funzione originaria privata (palazzo nobiliare) si trasformò col tempo in funzione socio-educativa: da dimora aristocratica a sede di un’istituzione scolastica e caritativa (asilo e orfanotrofio), mantenendo comunque il nome del fondatore.


Trasformazioni e usi successivi


Nel corso dei decenni, l’edificio ha conosciuto varie trasformazioni e diversi utilizzi, pur rimanendo un punto di riferimento nella comunità di Lequile. Durante il periodo fascista e poi nella seconda metà del Novecento, l’orfanotrofio Andrioli continuò la sua attività assistenziale, spesso in collegamento con altre opere pie locali. Ad esempio, accanto all’orfanotrofio femminile sorse anche un ricovero per anziani intitolato a Salvatore Albanese, e per un certo periodo l’Opera Pia “Andrioli” amministrò entrambe le strutture assistenziali in parallelo. Documenti d’archivio degli anni ’20 attestano il coordinamento dell’Orfanotrofio Andrioli da parte della Congregazione di Carità locale e la presenza di suore incaricate dell’educazione (con stipendio a carico dell’ente) sia per l’Istituto Andrioli che per il ricovero Albanese. Nel 1956 fu formalizzata una convenzione che affidava ufficialmente la gestione dell’Istituto alle Suore della Carità di Ivrea, consolidando la vocazione educativa dell’ente.


A partire dagli anni ’60 e ’70, con l’evoluzione delle politiche assistenziali, l’orfanotrofio andò progressivamente dismettendo la sua funzione originaria. L’edificio subì anche importanti lavori di restauro e adeguamento. Già nel 1947-48 era stato necessario intervenire per riparare i danni bellici riportati durante la Seconda Guerra Mondiale?. Le incursioni aeree del 1943 sul territorio lequilese avevano infatti colpito anche la zona di Piazza San Vito, e il palazzo Andrioli riportò lesioni alle strutture, poi sanate nel dopoguerra. Ulteriori lavori di consolidamento e ampliamento furono eseguiti tra il 1961 e il 1971, adattando parte degli spazi interni a nuove esigenze (aule scolastiche e dormitori). Negli anni successivi l’Opera Pia Andrioli confluì negli enti assistenziali pubblici (IPAB) e l’utilizzo come orfanotrofio cessò definitivamente intorno alla fine del XX secolo.


Dopo un periodo di relativo abbandono, il complesso è stato restaurato e valorizzato per scopi culturali e formativi. Agli inizi degli anni 2000 sono stati stanziati fondi statali per il recupero e l’adeguamento architettonico-funzionale dell’ex Istituto Andrioli?. Con i restauri ultimati, l’edificio – tornato al suo originario splendore di “palazzo” storico – è divenuto una risorsa per la comunità. Dal 2011 in poi esso è stato concesso in comodato d’uso gratuito trentennale dall’amministrazione comunale all’Università del Salento, per destinarlo ad attività di alta formazione e ricerca?. In particolare, gli ampi saloni del primo piano e parte del piano terra ospitano attualmente uffici universitari e un centro servizi per progetti di ricerca e incubatori d’impresa innovativa. Questo riuso come sede distaccata dell’Università ha ridato vita all’antico palazzo, permettendone una fruizione pubblica compatibile con il suo valore storico. Contestualmente, l’edificio continua a essere un luogo centrale per eventi culturali locali: viene ad esempio utilizzato per mostre, convegni e – in caso di consultazioni elettorali primarie – anche come seggio, data la sua posizione e capienza per ospitare il pubblico.


Riferimenti storici rilevanti


Numerose testimonianze storiche arricchiscono la vicenda dell’Istituto Andrioli. Iscrizioni lapidee: sull’architrave in pietra del portale della cappella di Loreto figura un’iscrizione datata 1597, che attribuisce ad Angiolino Andrioli la costruzione della cappella stessa. Questo riferimento inciso nella pietra conferma il ruolo del benefattore e l’epoca di fondazione del complesso religioso annesso al palazzo. Documenti d’epoca: un atto del 1625, conservato tra i verbali dell’Amministrazione del Fondo Culto post-unitario, menziona il “legato Andrioli” – ossia il lascito testamentario di Andrioli – destinato alla creazione di un istituto religioso a Lequile. Nel 1873 il Consiglio del Fondo per il Culto discusse infatti la rivendicazione da parte del Comune di Lequile dell’eredità lasciata da Angelino Andrioli per fondare l’istituto, segno che il vincolo testamentario era ancora rilevante dopo secoli. Tra i documenti del Novecento, gli archivi della Prefettura di Lecce conservano pratiche riguardanti l’Istituto Andrioli: ad esempio, un fascicolo del 1947 registra la richiesta di finanziamenti per riparare i danni bellici subiti dall’edificio durante la Seconda Guerra Mondiale, e un altro del 1956 contiene la convenzione con le Suore d’Ivrea per la gestione dell’orfanotrofio. Queste fonti documentarie confermano i passaggi chiave della storia dell’istituto (dalle origini seicentesche come opera pia fino alle trasformazioni del XX secolo).


Eventi significativi: tra gli episodi storici legati all’edificio spicca il bombardamento del 2 luglio 1943, quando Lequile fu colpita da un’incursione aerea nell’ambito del secondo conflitto mondiale. L’ex Istituto Andrioli, trovandosi nel centro abitato, riportò alcuni danneggiamenti strutturali in quell’evento bellico, poi riparati nel dopoguerra. Un altro momento significativo è la trasformazione amministrativa del 1937-43, quando le antiche opere pie confluirono negli enti pubblici di assistenza: in tale contesto l’orfanotrofio “Andrioli” assunse la denominazione di IPAB Istituto Andrioli, formalizzando la sua natura pubblica (un registro del 1943 attesta la modifica della denominazione dell’ente). Infine, in tempi recenti, va ricordata la rifunzionalizzazione del 2011, con la stipula del comodato d’uso all’Università del Salento: questo atto, deliberato dal Consiglio di Amministrazione dell’ateneo, costituisce un ultimo capitolo nei secolari utilizzi dell’edificio, segnando il passaggio da luogo di assistenza locale a polo di innovazione e cultura universitaria.


In sintesi, l’ex Istituto Andrioli di Lequile rappresenta un bene storico-architettonico di grande interesse: nato nel Rinascimento come palazzo nobiliare, è divenuto nei secoli un’istituzione educativa e assistenziale intitolata al suo fondatore, per poi essere recuperato in epoca contemporanea come spazio pubblico per la cultura e la ricerca. Le tracce materiali (iscrizioni, stemmi, struttura architettonica) e le fonti storiche d’archivio concordano nel delineare la continuità di una missione filantropica associata a questo edificio, che ancora oggi è parte integrante del patrimonio culturale di Lequile.

Fonti: Archivi storici locali (Archivio di Stato di Lecce, verbali Fondo Culto); pubblicazioni sulla storia di Lequile (Foscarini, Lequile: pagine sparse di storia, 1976); cataloghi istituzionali dei beni culturali (Carta dei Beni Culturali Puglia); siti informativi e comunicati (Comune di Lequile, Università del Salento).


 

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Modalita di Accesso

Negli orari di apertura al pubblico.
Ingresso gratuito.
La struttura è conforme ai requisiti di accessibilità secondo quanto previsto da: - Decreto Ministeriale 236/1989; - Legge 104/ 1992 - art. 24 "Eliminazione o superamento delle barriere architettoniche".


Galleria di immagini

Dove

Via San Vito, n.1, Lequile (Le) - 73010

Contatti

Orari di Apertura

Orari di apertura uffici al pubblico

Pagina aggiornata il 11/04/2025 18:43:00

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